A cura del Dott. Massimo Pisacreta – Professore a contratto di Chirurgia Vascolare, Università degli Studi di Milano.
I vasi arteriosi e venosi non devono essere considerati solamente come dei semplici tubi che trasportano il sangue. Essi sono dei veri e propri organi con funzioni meccaniche e ormonali estremamente complesse. Il malfunzionamento dei vasi arteriosi e venosi comporta gravi alterazioni e malattie invalidanti. Ecco perché è importante non trascurare segni e sintomi che ci fanno pensare a un malfunzionamento vascolare. In ogni caso è importante rivolgersi al medico di famiglia che saprà consigliarci e indirizzarci oppure inviarci per una visita dallo specialista.
Le arterie sono vasi, come abbiamo visto, soprattutto elastici. La loro funzione è quella di attutire l’enorme spinta che proviene dal cuore, “ammorbidire” il picco di pressione dovuto alla sistole cardiaca, e restituire l’energia accumulata in quel momento spingendo il sangue in periferia e sostenendo quella che noi chiamiamo pressione minima o diastolica. Grazie alle arterie il sistema vascolare nutritivo è sempre in pressione e con una pressione sufficiente a rifornire continuativamente gli organi fino ai distretti più periferici.
Le vene sono vasi, invece, con caratteristiche soprattutto muscolari. Esse devono essere in grado di accogliere una grande quantità di sangue anche a pressioni elevate e di potersi svuotare molto rapidamente ed adattarsi alle nuove condizioni di volume. Ad esempio passando dalla posizione sdraiata a quella in piedi il sangue defluisce verso il basso in grande quantità e le vene devono avere la possibilità di accoglierlo. D’altra parte contraendosi devono impedire che tutto il sangue vada versi il basso causando una ipotensione e quindi lo svenimento. I problema più importante che devono affrontare le vene è quello di far risalire il sangue verso l’alto a livello delle gambe vincendo la forza di gravità. Far risalire l’acqua verso l’alto è stato uno dei problemi fondamentali dell’umanità e ha cimentato l’intelligenza umana per centinaia di anni. La natura nel corpo umano ha risolto il problema di far risalire il sangue nelle vene in un modo estremamente sofisticato.
Il primo elemento che permette questo flusso verso l’alto è la presenza delle valvole che hanno la caratteristica di chiudersi ogniqualvolta il sangue tende a refluire verso il basso. Il secondo elemento è quello di aver creato delle unità funzionali che fungono da pompe aspiranti prementi, il cosiddetto “cuore periferico”.
Le valvole- Le valvole sono a forma di semilune e per questo motivo vengono dette semilunari. Esse sono orientate in modo che il sangue possa passar solo in un senso e in particolare verso l’alto e verso la profondità. In questo modo la massa ematica può solo dirigersi verso l’alto e verso la profondità.
Il cuore periferico- Il cuore periferico è costituito dalla pianta del piede e dalle masse muscolari del polpaccio. La suola del piede funziona come una sorta di spugna che assorbe una certa quantità di sangue quando il piede è sollevato e viene spremuta ogni volta che il piede posa a terra. In questo modo il sangue viene spinto verso le vene profonde e verso l’alto. La pompa muscolare del polpaccio è costituita da un contenitore rigido (la fascia muscolare) all’interno della quale si creano alta pressione in caso di contrazione muscolare e bassa pressione in caso di rilasciamento muscolare. In questo modo quando vi è alta pressione il sangue contenuto nelle vene viene spremuto e grazie alla unidirezionalità della valvole viene spremuto verso l’alto; quando vi è bassa pressione, dato che le valvole impediscono al sangue di tornare indietro dall’alto esso viene aspirato dal basso e dalla superficie.
Ecco in poche parole qual è il miracolo che si compie a livello delle nostre gambe e che permette al sangue venoso di risalire contro la forza di gravità. E’ altrettanto chiaro che questo meccanismo funziona al meglio se le gambe sono in movimento mentre se esse non si muovono il meccanismo non funziona.