Per i pazienti con sintomi cronici è importante escludere patologie sistemiche che possono causare il dolore. Devono essere prese in considerazione cause infettive, neurologiche, vascolari, neoplastiche, infiammatorie e artrosiche. Possono essere utili domande che riguardano altre parti del corpo (ad esempio dolore a più articolazioni). Il paziente ha avuto febbre, brividi, ha perso peso, infezioni della vie aeree superiori oppure patologie trasmissibili sessualmente?
A ogni paziente bisogna chiedere se siano presenti rumori, blocco articolare, episodi di instabilità, tumefazione, rigidità, dolore notturno, difficoltà al carico, difficoltà a camminare, a fare le scale, a sedersi e alzarsi da una sedia, ad accovacciarsi o a inginocchiarsi. Il paziente ha notato una zoppia?
- Rumori. I rumori sono così frequenti che sono praticamente inutili per fare diagnosi. I rumori che provocano dolore sono più significativi di quelli asintomatici, sebbene qualsiasi tipo di lesione sia in grado di generare rumori all’interno e all’esterno dell’articolazione del ginocchio.
- Cedimenti. Un’improvvisa ipostenia dell’arto inferiore può portare il ginocchio in leggera iperestensione o in flessione: ciò è spesso la conseguenza di un problema muscolare, come l’ipostenia del muscolo quadricipite. Se il paziente descrive una vera sublussazione con perdita di aderenza articolare si può pensare a una rottura legamentosa (di solito del LCA) e/o a un’instabilità della rotula (sublussazione).
- Blocco articolare. Il blocco articolare è un sintomo molto utile se il paziente riferisce che il suo ginocchio si blocca per un periodo di tempo relativamente lungo e deve essere mobilizzato passivamente per riottenere mobilità. Il blocco articolare è un segno tipico di una lesione meniscale oppure della presenza di un corpo libero all’interno dell’articolazione. Un ginocchio bloccato di solito conserva la flessione, mentre il paziente ha difficoltà a raggiungere gli ultimi 5-20° di estensione completa.
- Blocco transitorio (catching). Molti pazienti descrivono il catching come un fenomeno transitorio per la correzione del quale non serve una manovra specifica. Il segno del catching è più frequente in un’alterazione del meccanismo estensorio (ad esempio disallineamento della rotula) oppure in presenza di piccole rotture meniscali.
- Fattori che scatenano e alleviano il dolore al ginocchio. Sono compresi sia i trattamenti che riducono il dolore (ad esempio fisioterapia, iniezioni di cortisone, medicazioni, gessi o stecche) sia ciò che peggiorano i sintomi (ad esempio camminare, correre, svolgere attività sportiva, salire le scale, attività lavorative). Il dolore è più acuto la mattina appena alzati dal letto e diminuisce durante la giornata, oppure peggiora dopo aver camminato molto o se cambia il tempo? Il dolore al ginocchio influenza le attività della vita quotidiana e la qualità della vita? Il paziente ha notato una leggera zoppia o deve camminare con un bastone o le stampelle? In una scala da 1 a 10, definendo 10 il valore di dolore massimo che ha mai sopportato, che voto attribuisce al suo dolore giornaliero?
L’anamnesi deve inoltre prendere in considerazione qualsiasi precedente diagnosi, lesione o intervento chirurgico effettuato sul ginocchio e qualsiasi problema medico, terapie o allergie a particolari farmaci. Ad esempio, il medico curante deve sapere se il paziente ha già subito un’operazione di meniscectomia mediale, in quanto il radiologo spesso interpreta il vuoto del segnale sulla lastra dato dall’incisione chirurgica come una rottura del menisco mediale. Una volta ottenuta un’anamnesi approfondita, è utile che il paziente riferisca i sintomi e i segni attuali e più fastidiosi del suo ginocchio (dolore, tumefazione, instabilità, rigidità, blocco articolare).
Nella fase ultima dell’anamnesi che porta alll’esame obiettivo, il paziente deve indicare l’area dolente del ginocchio. Quest’area si suddivide in anteriore (quadricipite, rotula, retinacolo rotuleo, tendine rotuleo), laterale (rima articolare laterale, condilo femorale laterale, piatto tibiale laterale), mediale (rima articolare mediale, condilo femorale mediale, piatto tibiale mediale) e posteriore (fossa poplitea, rima articolare posteromediale e posterolaterale).
L’intento, con questa presentazione, è di dare utili indicazioni sulla importanza della raccolta dei dai clinici, molti dei quesiti posti al paziente possono valere per altri distretti articolari, vale comunque la regola che una buona anamnesi può dare già una indicazione sulla patologia sofferta dal paziente e che altre indagini sono complementari e non sostitutive.