L’ictus è una patologia grave e molto diffusa, che spaventa anche per il fatto che circa il 10% dei 200.000 nuovi casi all’anno sono recidivanti.
Le invalidità che conseguono l’ictus possono essere sostanzialmente di cinque tipi e di diverso grado di gravità:
- compromissione delle capacità motorie;
- riduzione o alterazione della capacità sensoriale;
- problemi di linguaggio;
- deficit cognitivo e danni alla memoria;
- infine possono possono intervenire disturbi della sfera emotiva, che partendo da paura, ansia e frustrazione, possono sfociare in una vera e propria depressione clinica con il carico di conseguenze correlato: disturbi del sonno, cambiamenti di umore, ritiro sociale, fino al pensiero suicida.
Legata alla patologia ci sono alcune convinzioni errate, prima fra tutte quella che nulla si possa fare per prevenite l’ictus e poi, che non si possa intervenire post evento per contrastare le conseguenze e recuperare, almeno in parte, le facoltà compromesse.
Per ridurre il rischio di insorgenza dell’ictus è importante sapere che stile di vita e abitudini alimentari possono modificare la percentuale di incidenza. Sebbene l’ictus colpisca soprattutto la popolazione anziana, esso riguarda anche la popolazione più giovane; soprattutto perché fumo, abuso di alcol, alimentazione sbagliata, scarsa attività fisica e altra patologie come diabete o ipertensione influenzano il rischio, non relegando più l’ictus alla sola popolazione anziana.
Non esistono cibi o sostanze miracolose che ci proteggono dall’ictus, è importante tuttavia avere una dieta varia ed equilibrata, limitando il sale e i grassi di origine animale, privilegiando l’olio d’oliva. Ricordiamoci sempre la regola delle 5 porzioni di frutta/verdura al giorno e di mangiare pesce un paio di volte a settimana.