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Che cosa è la spina calcaneare?

Con il termine “spina calcaneare” ci riferiamo a un  dolore che colpisce il piede, particolarmente il tallone, compromettendo la capacità di muoversi liberamente. In campo scientifico il termine indica un’esostosi plantare del calcagno, in corrispondenza dell’inserzione della fascia plantare. (fig.1).

  Fig. 1

Questo fenomeno non è sempre indice di una patologia, infatti, sono tantissimi i pazienti che presentano questa calcificazione senza avere alcun dolore o disagio che potrebbe indicare invece una fascite plantare calcifica. Due le tipologie principali di spina calcaneare: la spina calcaneare inferiore  e la spina calcaneare posteriore nota anche come sperone calcaneare. Come si può intuire dai nomi delle due tipologie, l’elemento che distingue le due condizioni è la localizzazione dell’osteofita sul calcagno (fig.2).

  Fig. 2

La spina calcaneare inferiore  può determinare una fascite plantare mentre la spina calcaneare posteriore un’infiammazione del tendine d’Achille.

Quali sono i sintomi?

Quando il paziente lamenta dolore, generalmente lo riferisce in corrispondenza del calcagno, sull’area di carico, questo dolore è definito dal termine medico “tallodinia”. Il paziente è molto specifico nell’individuare l’area dolente, se questa viene individuata alla pianta del piede o in regione calcaneare inferiore la patologia prende il nome di fascite plantare, infatti, la struttura anatomica patologica sofferente è l’intera fascia plantare e il dolore si manifesta in un’area limitata o indifferentemente lungo il decorso di tutta la fascia plantare.

Quali sono le cause?

La causa più comune di questa patologia è stata identificata nella contrattura o “brevità achillea”, che tensionerebbe in modo anomalo la fascia plantare con  stiramenti eccessivi della fascia plantare oppure con ripetuti strappi sul periostio del calcagno. Più raramente, la spina calcaneare può essere anche il risultato di malattie infiammatorie, come l’artrite reumatoide, la spondilite anchilosante e l’iperostosi scheletrica idiopatica diffusa. Tra i fattori di rischio della spina calcaneare, rientrano: il diabete, l’invecchiamento, l’alterazione del ritmo del passo, la corsa per cause intrinseche (piede piatto e cavo, scorretti atteggiamenti posturali durante la pratica sportiva o nel quotidiano) o estrinseche (superfici dure) e l’uso di calzature non consone.

Come si diagnostica?

La diagnosi è clinica in quanto il paziente è preciso nel descrivere un dolore che può essere presente in un’area che sembra corrispondere proprio all’evidenza radiografica della spina o essere diffusa lungo il decorso della fascia plantare. La radiografia in carico, può evidenziare la presenza di questa calcificazione e correlare la fascite a un’eventuale alterazione scheletrica (pronazione o supinazione).

 Come si cura?

La terapia immediata prevede il riposo sportivo e l’eliminazione dei fattori predisponenti (uso di calzature idonee e calo ponderale). Potrà essere utile l’uso di plantari per correggere eventuali anomalie a carico dell’arco plantare. È importante eseguire lo stretching del tricipite per un tempo prolungato durante la giornata. Inoltre è consigliato anche il massaggio locale che può avvalersi anche di opportuni supporti, ed esistono delle terapie fisiche che hanno l’obiettivo di iper-ossigenare l’area sofferente.

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A cura del:
Dott.Daniele Clementi
Specialista in Ortopedia e Traumatologia
Specialista in Terapia Fisica e Riabilitazione