L’osteoporosi è una patologia dello scheletro caratterizzata da una riduzione della massa ossea e da alterazioni qualitative dell’osso stesso che ne aumentano il rischio di frattura. Il tessuto osseo ha una funzione di sostegno e protezione ma svolge anche il ruolo di deposito di sali minerali. Dobbiamo immaginare l’osso come una struttura non fissa ma in continua modificazione durante il rilascio di ioni di calcio e di fosfato nel plasma, durante il carico e durante le riparazioni di microlesioni che l’osso subisce nelle azioni della vita quotidiana. Durante la nostra vita l’osso continuamente si rinnova grazie a due tipi di cellule:
- gli osteoblasti, che formano il tessuto osseo
- gli osteoclasti, che riassorbono il tessuto osseo vecchio.
Il tessuto osseo si distingue in tessuto osseo compatto e tessuto osseo spugnoso e la loro struttura permette di garantire la massima resistenza alle diverse ossa. Il picco di massa ossea si raggiunge intorno ai 20-30 anni ed è legato a fattori genetici, all’apporto di calcio, al metabolismo della vitamina D e all’attività fisica. Non tutti sanno comunque che ogni 10 anni il nostro scheletro si rigenera completamente. Nelle donne dopo la menopausa il processo di rigenerazione è influenzato dalla riduzione di estrogeni, anche durante l’invecchiamento è frequente la perdita di massa ossea ma sono stati evidenziati altri fattori:
- sesso femminile
- menopausa precoce
- razza asiatica ed europea
- immobilizzazione prolungata (apparecchi gessati, allettamento per malattia)
- eccessivo consumo di alcool
- basso apporto di calcio
- carenza di vitamina D
- bassa densità minerale ossea.
Altri fattori di rischio sono legati invece:
- all’età
- alla familiarità
- all’elevata sollecitazione dell’osso
- alla terapia cortisonica
- al fumo
- alla scarsa acuità visiva
- allo scarso peso corporeo.
La PREVENZIONE dell’osteoporosi può essere effettuata secondo alcuni parametri:
- impedirne la comparsa attraverso una corretta alimentazione, un apporto vitaminico adeguato, evitando fumo e alcoolici, compiendo una regolare attività fisica.
- Fare una diagnosi precoce per evitare il rischio di fratture o comportamenti che potrebbero aggravarla (abuso di farmaci es. cortisone).
- Migliorare la massa ossea in persone con precedenti fratture.
- Miglioramento o eliminazione dei fattori di rischio presenti nell’ambiente in rapporto alle proprie abilità motorie – es.: uso di calzature adatte, eliminazione di tappeti a domicilio, presenza di corrimano lungo le scale, presenza di maniglie nel bagno per facilitare l’appoggio, correzione dei deficit visivi.
- Ottimizzare il picco di massa ossea in età giovanile con un apporto equilibrato di proteine, lipidi e carboidrati oltre all’assunzione di calcio e vitamine.
- Dare un carico alternato all’osso per favorire una stimolazione dell’attività osteoblastica. Periodi di immobilità o addirittura l’assenza di gravità, come si è potuto osservare negli astronauti, risultano critici per la massa ossea. Il carico rimodella il tessuto osseo che è dinamico e gli ormoni, le chitochine e gli stimoli meccanici condizionano la rigenerazione ossea.
L’attività fisica di tipo aerobico intesa come cammino, il jogging, il salire e scendere le scale e l’attività in scarico tipo cyclette o l’autostretching con elastici tipo Theraband costituiscono tutte valide indicazioni per prevenire l’osteoporosi.
I farmaci intesi come terapia ormonale, se da una parte aumentano la massa ossea riducendo il rischio di frattura, dall’altra possono avere effetti negativi quali carcinomi, ictus e trombo-embolie.
Da non escludere nuove recenti teorie che parlano di come l’osteoporosi possa essere considerata la risoluzione biologica in persone che hanno vissuto o vivono un conflitto di svalutazione: sarebbe dimostrata così la connessione tra Psiche e Organo. Grazie a queste conoscenze molte persone, sviluppando consapevolezza e rimuovendo la vera causa del conflitto, potrebbero beneficiarne avviando un loro processo di auto guarigione.